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returning

Returning is always a little sad. All the things that I usually remember about a place have changed in subtle or striking ways. Certain people might be gone, and things have inevitably changed in a way that is inconsistent with nostalgia. For a long time I avoided returning all together, now I just make a conscious effort to treat returning as a new experience rather than a continuation of an old one. When combined with the curse of traveling — where you end up knowing and loving people in many different places and are always missing someone or something somewhere — the whole thing can be hard. So with all of this in my heart, I returned to San Francisco with the intentional idea that I was stepping into something new.

http://www.thoughtcrime.org/stories/together-two/

d’ogni dubbio il più bello

Una delle lezioni di matematica più belle a cui ho mai assistito verteva, tra le altre cose, sull’occupazione delle fabbriche nel Genovese per impedirne la distruzione da parte dei nazisti che si ritiravano nel ’45. Chi veniva catturato era in seguito torturato, affinché rivelasse i nomi, gli indirizzi, ed i piani dei partigiani clandestini.

Pare sia un fatto, con in quale ci tocca fare i conti, che i primi a parlare sotto tortura siano i cosiddetti intellettuali (dico che ci toccava fare i conti, perché era pur sempre una lezione universitaria, per cui gira e rigira nella categoria ci cadevamo un po’ tutti, chi più e chi meno).

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