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Sulla crisi

 Il vocabolo crisi indica oggi il momento in cui medici, diplomatici, banchieri e tecnici sociali di vario genere prendono il sopravvento e vengono sospese le libertà. Come i malati, i Paesi diventano casi critici. Crisi, parola greca che in tutte le lingue moderne, ha voluto dire “scelta” o “punto di svolta”, ora sta a significare: “Guidatore, dacci dentro!”. Evoca cioè una minaccia sinistra, ma contenibile mediante un sovrappiù di denaro, di manodopera e di tecnica gestionale. [..] Così intesa, la crisi torna sempre a vantaggio degli amministratori e dei commissari […] La crisi intesa come necessità di accelerare non solo mette più potenza a disposizione del conducente, e fa stringere ancora di più la cintura di sicurezza dei passeggeri.

“crisi” non ha necessariamente questo significato. Non comporta necessariamente una corsa precipitosa verso l’escalation del controllo. Può invece indicare l’attimo della scelta, quel momento meraviglioso in cui la gente all’improvviso si rende conto delle gabbie nelle quali si è rinchiusa e delle possibilità di vivere in maniera diversa.

Ivan Illich, Disoccupazione creativa, Boroli. Estratto da Carta.org

Rapporto 2010

Dalla Relazione al Parlamento 2010 dei Servizi italiani.

Il fronte antagonista, variegato arcipelago in cui confluiscono componenti di diversa matrice ideologica (no-global, marxisti-leninisti, anarco-insurrezionalisti), si va sempre più posizionando al fianco di comitati civici e gruppi “spontanei” di cittadini nella cornice di contenziosi di dimensione “locale”, specie in tema di ambiente e difesa del territorio, come dimostrano gli interventi contro:

  • gli insediamenti ad “alto impatto ambientale” (centrali elettriche, rigassificatori);
  • la realizzazione di “grandi opere” infrastrutturali (su tutte, la linea ad Alta Velocità in Val Susa e il Ponte sullo Stretto);
  • l’apertura di nuove discariche di rifiuti nel napoletano;
  • i progetti di rilancio dell’energia nucleare. Continua la lettura di Rapporto 2010