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Rapporto 2010

Dalla Relazione al Parlamento 2010 dei Servizi italiani.

Il fronte antagonista, variegato arcipelago in cui confluiscono componenti di diversa matrice ideologica (no-global, marxisti-leninisti, anarco-insurrezionalisti), si va sempre più posizionando al fianco di comitati civici e gruppi “spontanei” di cittadini nella cornice di contenziosi di dimensione “locale”, specie in tema di ambiente e difesa del territorio, come dimostrano gli interventi contro:

  • gli insediamenti ad “alto impatto ambientale” (centrali elettriche, rigassificatori);
  • la realizzazione di “grandi opere” infrastrutturali (su tutte, la linea ad Alta Velocità in Val Susa e il Ponte sullo Stretto);
  • l’apertura di nuove discariche di rifiuti nel napoletano;
  • i progetti di rilancio dell’energia nucleare. Continua la lettura di Rapporto 2010

frontiere orientali – 5

Nel giro di una manciata di giorni – dal 1 settembre al 10 settembre – abbiamo attraversato il mediterraneo orientale, spostandoci lungo la linea porosa, che linea alla fine non è,  della “frontiera” est dell’Unione Europea. Una frontiera porosa perché attraversata dai flussi di migranti che da anni usano questa porta per entrare in Europa, provenienti da mezza Africa e Asia.

Patrasso – 2

Nel pomeriggio, J., un’altra ragazza di Kinisi, ci accompagna dopo pranzo al campo dei magrebini. Appena entriamo nella vecchia stazione dei treni, distante una decina di minuti a piedi dal corso dello shopping e delle vetrine di moda, il contrasto è scottante. Dalle pulite e regolari vie da città di mare, ci ritroviamo in un luogo che è perfino meno di un campo profughi. I binari sono ancora lì, qualche vagone rimane, ma la maggior parte, dove i migranti avevano in precedenza sistemato le loro abitazioni di fortuna, sono stati portati via mesi fa dalla compagnia dei treni. Il campo della vecchia stazione dei treni di Patrasso altro non è che uno spiazzo all’aperto, una piccola tettoia, un albero, un paio di vagoni che probabilmente non hanno spostato perché troppo danneggiati per farlo. Continua la lettura di frontiere orientali – 5

frontiere orientali – 4

Nel giro di una manciata di giorni – dal 1 settembre al 10 settembre – abbiamo attraversato il mediterraneo orientale, spostandoci lungo la linea porosa, che linea alla fine non è,  della “frontiera” est dell’Unione Europea. Una frontiera porosa perché attraversata dai flussi di migranti che da anni usano questa porta per entrare in Europa, provenienti da mezza Africa e Asia.

Patrasso – 1

Poche ore di bus, e arriviamo all’ultima tappa del nostro viaggio, Patrasso, dal quale partirà il traghetto che ci porterà ad Ancona, alcuni giorni dopo. Assieme ad Igoumeniza, Patrasso è uno dei principali porti di collegamento con l’Italia, e per questo motivo sono entrambi i punti principali nei quali i flussi migratori si concentrano, in attesa di un colpo di fortuna per attraversare il mare.

Alla stazione dei bus ci accoglie M., che è una attivista di Kinisi,  un piccolo gruppo che si occupa del sostegno dei migranti a Patrasso. Il nome del gruppo, in greco, significa letteralmente movimento. M. ci porta in un bar tradizionale, dove ci servono caffè (turco o greco?), della crema di latte, ed i dolci di sfoglia, pistacchi e caramello tipici del medio-oriente, i baklava.

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frontiere orientali – 3

Nel giro di una manciata di giorni – dal 1 settembre al 10 settembre – abbiamo attraversato il mediterraneo orientale, spostandoci lungo la linea porosa, che linea alla fine non è,  della “frontiera” est dell’Unione Europea. Una frontiera porosa perché attraversata dai flussi di migranti che da anni usano questa porta per entrare in Europa, provenienti da mezza Africa e Asia.

Atene

Lasciamo Cipro con un aereo, che in un paio di ore ci porta ad Atene. Appena scesi a Syntagma, una delle piazze principali della capitale greca, avvertiamo la distanza che ci separa dal mondo relativamente tranquillo di Cipro. Atene è una metropoli, enorme, che con i suoi 4 milioni di abitanti contiene più di un terzo della popolazione di tutta la Grecia. Ci incamminiamo verso il nostro ostello, e pur essendo tarda mattinata, possiamo notare la miseria, la povertà e la disperazione che riempiono le strade.

Contrariamente ad altre capitali europee, il centro cittadino di Atene è rimasto la zona povera della città, mentre i quartieri “bene” si trovano fuori, nelle periferie. Il centro è ancora la downtown, il luogo dei traffici, dell’eroina che invade le strade, i senza tetto che dormono sotto i portici, nei portoni, nei giardini.

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frontiere orientali – 1

Nel giro di una manciata di giorni – dal 1 settembre al 10 settembre – abbiamo attraversato il mediterraneo orientale, spostandoci lungo la linea porosa, che linea alla fine non è,  della “frontiera” est dell’Unione Europea. Una frontiera porosa perché attraversata dai flussi di migranti che da anni usano questa porta per entrare in Europa, provenienti da mezza Africa e Asia.

Cipro – 1

Distando pochi chilometri dalla Turchia e dalla Siria, non è un caso che a Cipro siano passate tutte le culture che hanno navigato il mediterraneo. Anche se fa parte dell’UE dal 2004, è ancora facile trovare mappe che non l’includono nell’europa unita. Dal 1974 l’isola è di fatto divisa in due. Una Repubblica di Cipro a sud, di lingua greca, riconosciuta dalla comunità internazionale e parte dell’UE;  una Repubblica Turca di Cipro Nord, di linguaturca, riconosciuta solamente dalla Turchia.

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